Il Centenario di Giovanni Verga è stato caratterizzato da tante importanti iniziative  promosse dalla Manifestazione ufficiale “Verga 100“, che ha reso al meglio l’omaggio a uno degli Autori più rappresentativi del Patrimonio Nazionale. Oggi,  un altro importante momento  segna  la storia culturale  del nostro Paese con un fatto che promuoverà la curiosità di tanti appassionati. Nel testamento letterario dello Scrittore si trova, infatti, custodita una opera complessa  destinata a denunciare i mali di una società, ma  purtroppo rimasta incompiuta. Narrazione che vivrà  attraverso il teatro in una inedita trasposizione che vedrà protagonista una delle figure più emblematiche della letteratura verista :  La Duchessa di Leyra. Lo scritto ricostruito dal regista Lorenzo Muscoso –  che condivide con Verga le sue origini vizzinesi che ne qualificano  un legame indissolubile –  si   pone in continuità con il  Don Gesualdo – rappresentato con successo in tutta l’Isola –  e pone al centro del dramma, la  figlia Isabella e il suo sofferto vivere tra i meandri della società aristocratica. Giovanni Verga non completò il suo romanzo, di lui ci rimangono solo il primo capitolo e un breve frammento pubblicati a cura di Federico De Roberto, ma è utile a comprendere verso quale direzione lo Scrittore puntava.  Dopo un impegno di diversi mesi, trova finalmente luce uno script, che prendendo spunto dai vari incipit presenti nel trascorso del padre e nell’ immagine che lo stesso aveva della propria figlia, ne tratteggia il carattere, scivolando, drammaticamente,  in una  profondità oscura ed enigmatica. Una figura che, narrativamente, incarna l’eredità dei Motta – Trao, ma che universalmente, accentra su di sé i caratteri e contraddizioni di una esistenza difficile di una società che sopprime i propri esseri, e in particolare le donne. Nell’attesa della Prima dell’Opera prevista per l’Estate 2023, che troverà tra gli interpreti una delle attrici più interessanti e apprezzate del panorama teatrale contemporaneo, si pubblica un breve tratto  : “I miei occhi si spenserò poco dopo, anche il dolore si placò mente la notte si perdeva nel buio più profondo…”